Il corsivo della ASD Valfino. Intervista al dirigente Domenico Calandra

Prende il via una nuova rubrica curata dalla ASD Valfino, per conoscere a fondo la nostra realtà, il lavoro che viene svolto ma soprattutto per far capire l’importanza dei piccoli campioncini nel presente e nel domani, in campo e fuori. Accadrà con le parole di chi fa parte della nostra società e che respira quotidianamente l’atmosfera del calcio dei più piccoli. Ne abbiamo parlato con il dirigente Domenico Calandra, da qualche stagione parte attiva del progetto giovanile biancazzurro dopo una lunga esperienza nel mondo del calcio dilettantistico. Parola d’ordine, ricordata da lui più volte: il divertimento.

Dopo tanti anni nel calcio dilettantistico hai conosciuto il mondo dei più piccoli da vicino. Che approccio hai avuto con la realtà dell’ASD Valfino?

Da 3 anni conosco questa realtà e fin da subito mi sono sentito parte attiva del progetto che la società porta avanti con passione e dedizione. Il Presidente, i dirigenti e gli istruttori mi hanno accolto con un grande spirito collaborativo, così come i piccoli tesserati che sono la vera anima della società. Il mio apporto lo do volentieri perché per me il calcio ha sempre rappresentato qualcosa di particolare e sapere di essere partecipe attivamente della crescita di tutti questi ragazzi mi rende felice. Essere dirigente di una realtà simile significa avere sott’occhio quello che accade, capire eventuali problemi e risolverli facendoli diventare un punto di forza, significa essere vicini anche alle esigenze delle famiglie per far sì che tutta la nostra attività volga a favore della crescita dei tesserati.

Il periodo del movimento italiano in questo sport è particolare e il tema della formazione degli atleti e degli individui del domani in queste società è all’ordine del giorno. Quali sono le motivazioni per cui i giovani dovrebbero avvicinarsi sempre più alla Scuola Calcio?

Credo che sia molto importante che il ragazzo, inteso come individuo e non unicamente come atleta, si avvicini alla Scuola Calcio e alle attività formative in ambito sportivo. Rappresenta un modo per staccare da quella quotidianità fatta di dispositivi elettronici, videogames e tv, inutile nasconderlo, ma anche di accostare ad un sano percorso scolastico anche attività collaterali che aiutino a crescere e a formare chi sarà protagonista nella società futura. Poi non da meno è lo spirito aggregativo e collaborativo che si viene a creare con amici e con tutti gli addetti ai lavori.

Nel contesto di Vallata invece, con tanti piccoli centri così vicini tra loro, quanto è importante avere a disposizione una società giovanile?

Per me avere delle realtà simili in questo territorio è importantissimo. Parliamo di un modo di continuo confronto e di un continuo rapportarsi gli uni con gli altri tra i ragazzi dei nostri borghi e dei nostri centri abitati, è un’opportunità di crescita individuale e collettiva. Ma è anche una garanzia della formazione della Valle Del Fino del domani.

Quali aspetti, quotidiani e non, determinanti nella formazione del ragazzo ritrovi nelle attività svolte dalla Scuola Calcio?

Partiamo dai Primi Calci fino a giungere man mano alle categorie giovanili che iniziano a rapportarsi con le regole dei campionati maggiori, quindi intendo Giovanissimi e anche Allievi. Non dobbiamo sottolineare secondo me solo uno o due aspetti, ma dobbiamo pensare che una società giovanile accompagni il ragazzo quotidianamente nella sua crescita, in campo e fuori, partendo dallo spirito di gruppo, dalle amicizie e dall’apprendimento del vivere civile. Ciò avviene attraverso attività calcistiche ma anche extra campo.

Nella carta dei diritti del bambino nello sport della UEFA, viene menzionato il diritto di divertirsi e di giocare. Quanto conta, allora, che un giovane atleta possa essere inserito nel maggior numero possibile di attività all’interno di una squadra e di una società, anche molto creativi, per crescere divertendosi giocando a calcio?

Il divertirsi è la prima cosa. Perché oggi molti continuano a premere sul risultato, ma secondo me e secondo la linea che portiamo avanti è fondamentale che il giovane atleta possa apprendere concetti dal campo divertendosi, concetti poi utili non solo calcisticamente ma anche nella quotidianità. Facendo molte attività, il bambino si confronta con più scenari, apprende sempre di più, ma soprattutto lo fa con contentezza. Dopo ciò, viene il resto.

Non di poco conto l’avventura dell’Under 15 nel campionato Provinciale con un andamento convincente sotto tutti i punti di vista e che stai seguendo attivamente. Per i ragazzi coinvolti, cosa fa emergere, in particolare, questo cammino?

Intanto è una risposta decisa e convinta alle difficoltà degli ultimi anni, con il nostro territorio che è stato particolarmente penalizzato e condizionato da ciò che è accaduto. Siamo riusciti ad organizzare un percorso motivante e interessante con l’Under 15 con anche la possibilità, nelle ultime settimane, di giocare in un gioiellino, in una struttura rinnovata e messaci a disposizione dal Comune di Castiglione, che ringrazio e ringraziamo. Sul sintetico di vallata ci andiamo a confrontare con altre squadre a livello provinciale e, dopo una prima fase oltre ogni aspettativa, i ragazzi si continuano a divertire, a conoscersi e a conoscere incontrando pari età di città più grandi e di club molto noti nel panorama giovanile. Ai ragazzi solo applausi per quello che hanno fatto e che vogliono continuare a fare.

Parlando proprio del confronto con le altre realtà, quanto conta nella crescita del bambino e del ragazzo il rapporto con i pari età provenienti da altre zone della provincia?

E’ importante perché intanto è uno stimolo per ognuno dei piccoli protagonisti, che conoscono e si confrontano con altre realtà. Pensiamo all’ultima settimana, con l’Under 15 abbiamo ospitato la Gaetano Bonolis di Teramo, realtà affacciatasi ormai anche in un contesto nazionale, è stato motivante. Sono tappe che aiutano a formarsi e a crescere, creando un ambiente sempre più entusiasmante per i piccoli.

Volge al termine la prima stagione completa post Covid, che significato ha avuto, ha e avrà per l’ASD Valfino e per i tanti ragazzi coinvolti?

Svolgiamo le nostre attività perché fortemente appassionati di calcio e della formazione dei giovani e tornare a vivere una stagione fino in fondo è stato ed è una sensazione che faccio fatica a descrivere. Ci voleva, ci voleva perché qui siamo stati particolarmente toccati dalla Pandemia e perché i ragazzi delle nostre zone meritavano di riprendere a respirare quella quotidianità che li porta a crescere con equilibrio. Siamo ripartiti con numeri alti, ma la cosa più bella è vedere sempre il sorriso dei più piccoli, è un aspetto da cullare e da conservare.

Hai visto crescere tanti ragazzi in campo e fuori nel corso della tua vita agonistica e poi da dirigente, quali consigli senti di voler dare ai ragazzi della ASD Valfino?

Sarò ripetitivo, ma il primo aspetto da tenere a mente è il divertimento. Dal divertimento provengono le grandi soddisfazioni, che siano in campo e nella vita, da qui si muove per poi realizzare i propri sogni. Direi anche di continuare a perseguire i propri obiettivi e a sognare, perché con impegno e dedizione si può fare tutto.